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Compositing
Il compositing è la combinazione di elementi visivi provenienti da fonti separate in singole immagini, spesso per creare l'illusione che tutti questi elementi sono parti della stessa scena. Le tecniche di riprese in live action per il compositing sono chiamate a volte chroma key, blue screen o green screen. Oggi in quasi tutti i casi, il compositing viene ottenuto attraverso la manipolazione di immagini digitali, ma forme di compositing pre-digitale risalgono addirittura ai film di Georges Méliès alla fine del diciannovesimo secolo. (cit. Wikipedia)
Il compositing è l'arte di comporre insieme delle immagini diverse per ottenere una nuova immagine. L'idea è semplice ed ha origini antiche ma la realizzazione, in particolare abbinando la tecnologia della grafica 3D, è complessa e offre moltissime possibilità a livelli diversi.
Tipicamente si utilizza il compositing per inserire degli elementi in grafica 3D sopra uno sfondo fotografico o sopra un video con delle riprese dal vivo. Perché si dice sopra? Perché il compositing tratta l'immagine finale come se fosse composta da diversi strati, potendo così sovrapporre totalmente o parzialmente le immagini e ciò che esse contengono.
La grafica 3D offre però un approccio più potente e più complesso rispetto a quello del compositing fotografico o basato su grafica 2D. Grazie all'utilizzo di un ambiente virtuale tridimensionale, può essere possibile ricostruire la scena ripresa o fotografata (che costituisce la base dell'immagine finale) e inserire quindi all'interno di essa nuovi contenuti, che vengono rappresentati rispettando le proprietà ottiche dello strumento di ripresa (prospettiva, lunghezza focale, profondità di campo etc) e le qualità fisiche di ciò che è presente sulla scena (illuminazione, ombre, riflessi , visibilità parziale etc). Tutto questo, oggi giorno, è la colonna portante della moderna cinematografia: senza il compositing (e l'ausilio della grafica 3D) sarebbe impossibile realizzare certe sequenze video.
